
Titolo: La repubblica del Drago
Autore: R.F. Kuang, traduzione Sofi Hakobyan
Data di pubblicazione: Maggio 2021
Oscar Fantastica Mondadori: 624 pagine
“«Andiamo» supplicò Mingzha. «Ti prego, voglio vedere.»
INCIPIT DI “LA REPUBBLICA DEL DRAGO” – R.F. KUANG
Nezha afferrò il fratello per il polso paffuto e lo allontanò dalle secche. «Non ci è permesso superare le ninfee.»
«Ma non vuoi sapere?» piagnucolò Mingzha.
Nezha esitò. Anche lui voleva sapere cosa ci fosse nelle grotte al di là dell’ansa. Sin dalla loro nascita, le grotte del Fiume delle Nove Anse erano state un mistero per i figli degli Yin.
Voto Totale: ★★★☆☆
Trama: ★★★★☆
Già tre volte il Nikan è dovuto sopravvivere alle Guerre dei papaveri.
Il terzo conflitto si è appena spento e Rin non può dimenticare le atrocità che ha commesso per salvare il suo popolo. È in fuga dalla sua dipendenza da oppio e dagli ordini omicidi della Fenice, un unico desiderio la spinge a sopravvivere: vendicarsi dell’Imperatrice che ha tradito la patria e l’ha venduta ai nemici.
L’unico modo di farlo è allearsi col signore di Lóng, che vuole conquistare il Nikan, deporre l’Imperatrice e instaurare una repubblica.
Nessuno di loro è ciò che sembra e più Rin va avanti, più si rende conto che la Fenice è l’unica cosa di cui si possa fidare davvero.
Personaggi: ★★★☆☆
I personaggi sono una miriade, ma l’autrice è stata bravissima a gestire apparizioni e sparizioni, l’evoluzione dei rapporti di Rin con loro, la loro evoluzione durante la storia è percepibile.
A differenza di quella di Rin.
Questa è la cosa che ho meno apprezzato: Rin, da questo volume in poi, mi ha dato l’idea di un personaggio bloccato, fermo, statico, privo dell’evoluzione naturale che le vicende a cui è sottoposta dovrebbero far sbocciare, nel bene o nel male – in questo caso più nel male perché Rin è un’antieroina e questa cosa mi è piaciuta molto.
Ha un conflitto interiore che per tutto il libro rimane irrisolto, mi ha dato una stancante sensazione di incompiutezza, ecco.
A parte essere costretta a rinunciare all’oppio, non l’ho vista crescere in alcun modo.
Forse è un problema mio, ma mentre i personaggi che si muovono attorno a lei hanno una crescita, magari vaga ma percepibile, io la crescita di Rin non l’ho vista.
La cosa mi ha lasciata profondamente insoddisfatta.
Recensione: ★★★★☆
La storia si sposta sull’acqua, che è il tema portante di tutto il volume. L’acqua, il gelo, e la guerra.
Le scene di battaglia sono violente, reali; le atmosfere sono ricche, piene, coinvolgenti. Dalle lance da oppio della regina dei pirati, alle colossali battaglie navali sulle anse sconfinate del fiume Murui, l’acqua la fa da padrona insieme al gelo dell’inverno.
Sono talmente belle, le descrizioni ambientali, che si sente nelle narici il profumo salmastro del mare, quello umido delle acque fluviali. Insomma è tutto molto vivido, poi la narrazione si sposta all’interno di Rin.
Come per il primo libro, anche il secondo mantiene la terza persona a focalizzazione interna, ma non ho ritrovato lo stile scorrevole del primo volume, e neanche l’immersione del primo volume.
Forse è la scelta delle parole, ma tutto il racconto di ciò che vive Rin mi è sembrato più freddo, un tell mascherato da show, senza però arrivare mai a esserlo davvero.
Purtroppo qui c’è un paradosso che non so bene come spiegare: le introspezioni sono tante, lente, ripetitive, ma non hanno spessore.
La battaglia, la “struggle” di Rin, io non l’ho percepita. C’è, è scritta, ma fin dall’inizio mi ha dato l’idea di essere fissa, priva di un conflitto vero. Le domande esistenziali che si pone Rin sono solo retoriche, non veri dubbi.
Il dubbio prevede almeno un bivio – al minimo – nel pensiero, una domanda aperta, ma il modo in cui Rin si pone nelle introspezioni mi ha dato l’idea che lei, per tutto il tempo, si sia chiesta ‘di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?’.
Non giunge a delle conclusioni perché collega in modo logico elementi che la conducono in un determinato punto, parte con una domanda che per come è formulata, è essa stessa la risposta.
Non so se sono stata chiara in questa parte, perché per me è una sensazione ‘di pancia’ che ho avuto durante la lettura, e trovare le parole per descriverla è stato estenuante, ma spero di esserci riuscita.
Consiglio di leggerlo?
Assolutamente sì, ma non a tutti. Le scene sono ancora più forti che nel primo volume.
Voi l’avete letto, o avete intenzione di farlo? Mi piacerebbe leggere qualche vostro commento e sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto, cosa avete amato e cosa invece non vi è proprio andato giù di questo primo volume.
Voi l’avete letto, o avete intenzione di farlo? Mi piacerebbe leggere qualche vostro commento e sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto, cosa avete amato e cosa invece non vi è proprio andato giù di questo primo volume.
Ci rileggiamo alla prossima recensione.
Consuelo

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