Il sesso è, in ogni sua forma, un argomento controverso, un taboo.
Come scritto nel post di Instagram che vi ha condotti qui (o no?), il sesso è un motore di trama fin dall’alba dei tempi: lo trovate nella Bibbia; in quasi tutti i miti egizi sulla creazione del mondo – in quasi tutti i miti egizi e basta, a dire il vero; lo trovate in direi TUTTE le trame dell’epica, della commedia e della tragedia greca.

Alcuni dei libri più famosi della storia della letteratura hanno a che fare col sesso o vi ruotano attorno in qualche modo – Ars amatoria di Ovidio; la maggior parte dei carmen di Catullo (quelli che non vi fanno studiare a scuola); Cronaca di una morte annunciata di Marquez, L’insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera, L’amante di Lady Chatterley di Lawrence.
E questo solo per citarne alcuni, perché la lista è pressoché sterminata.

Eppure in rete ho letto un profondo snobismo radical chic nei confronti del tema e del genere letterario.
Perché?

La percezione che ho avuto, leggendo marasmi di commenti e il loro tenore, è stata quella di una sorta di auto-elevazione intellettuale, come se prendere le distanze dalla letteratura erotica rendesse un lettore migliore.

Non leggere erotico, non leggere porno, non rende lettori migliori.

C’è la visione generale della letteratura erotica e porno come mero strumento di evasione, ma non è così.
Un buon libro erotico, o porno, può affrontare aspetti profondissimi della psicologia. Il sesso è una delle pulsioni umane più forti e ancestrali dell’essere umano, è atavico; Freud ci ha praticamente fondato tutte le basi della psicanalisi (giusta o sbagliata che fosse, ammettiamolo: era un po’ fissato), fatto sta che accostarlo ad altri temi, se fatto nel modo giusto, non li sminuisce.

C’è poi la considerazione che questo genere di libri siano per forza trash, o comunque scritti male, spesso entrambe le cose – e, diciamolo, la colpa è anche un po’ del successo che hanno avuto 50 sfumature di noia 1, 2 e 3 e amici vari.
Ma, notizia bomba:

Una buona scena erotica, o pornografica, è arte.

Nella montagna di libri che vengono pubblicati ogni anno, tutti i generi hanno la loro dose di trash.

Ho letto gialli in cui il colpevole era evidente a pagina 2, in cui c’erano buchi di trama così grandi da rendere difficile trovarla, la trama; ho letto libri senza capo né coda; fantasy inaffrontabili; romance manco a parlarne; storici in cui la connotazione storica massima erano il pavè delle strade e le scarpe di cuoio – wow!
Anche Stephen King ha pubblicato libri brutti, abbiate un po’ di onestà intellettuale.

Eppure tutti questi generi vengono trattati in modo diverso, una caterva di brutti libri non riescono a intaccarli del tutto.

Si usano due pesi e due misure.

Il paradosso dei paradossi l’ho trovato nel leggere autori e autrici che accettano l’eros, lo scrivono, lo usano, ma schifano il porno poiché inelegante. Come se descrivere nel dettaglio il come un serial-killer abbia mutilato i seni dell’ennesima prostituta lanciata in un fosso, possa essere in qualche modo elegante.
Ad ogni buon conto, alcuni autori lo schifano proprio, perché le parole per un autore sono importanti e scrivere “pornazzo” al posto di porno conferisce una connotazione precisa all’opinione.

Io, che non sono capace a tenermi le parole in bocca, voglio dare una breaking news che mi pareva scontata ma, a conti fatti, non lo è:

Il sesso non è elegante.

C’è sudore; gente che ansima, geme e grida; fluidi corporei da tutte le parti; lividi; graffi; morsi; a volte pure incidenti – tipo volare giù dal letto, o scoprire che l’idea romantica dell’amore sulla sabbia al chiaro di luna è una pessima idea.

Il sesso è sesso.

Il compito della letteratura porno non è essere elegante, per questo si differenzia dalla letteratura erotica e, soprattutto per gli autori, dovrebbe essere una consapevolezza nota e interiorizzata.
Solo perché le scene erotiche sono più eleganti, più introspettive, più… – più cosa? – non sminuite il porno come genere.

Schifate il brutto porno come schifate un brutto libro, ma non il genere intero.
O almeno siate onesti e dite semplicemente che non vi piace: è più sincero, meno radical chic, e decisamente meno opinabile.

Ora che ho aperto il primo appuntamento del #KinkyFriday con una polemica, mi sento quasi meglio.
Forse sembra una filippica senza capo né coda, ma il punto credo di averlo raggiunto: eros e pornografia sono letteratura, che a certi piaccia o meno.

Dal prossimo venerdì affronto i tecnicismi del genere – questa volta senza polemica – promesso.

3 risposte a “Kinky Friday 1 – Sesso nei libri. Perché sì.”

  1. Concordo pienamente con ciè che dici. In effetti l’argomento è sensibile a varie interpretazioni.

    1. È sensibile ma anche uno di quelli di cui vale la pena parlare

  2. .. ciò…

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