È davvero un romantasy o ci hanno venduto un genere che non c’è?


Su Instagram e TikTok è tutto un tripudio di recensioni grandiose: “capolavoro”, “imperdibile”, “la storia d’amore più intensa che abbia letto”. Ogni volta che aprivo l’app, lo trovavo ovunque, coi suoi bei reel atmosferici, le copertine fighe, i commenti in caps lock.

Alla centesima recensione entusiasta mi sono detta: dai, stavolta magari è quello giusto! Un romantasy italiano, storico, con una protagonista morally grey e un sistema magico originale.
Dove firmo?

Beh.

La Trama (senza spoiler)

Italia, anni ’20. Lena è una ragazza che, per motivi politici legati alla famiglia, è costretta ad abbandonare la valle trentina in cui è nata e trasferirsi a Livorno. Per sopravvivere, diventa una ladra.
Fin qui tutto bene, solo che Lena è anche una mesmerista, capace di manipolare gli altri attraverso il suo potere, e nel Regno d’Italia è illegale.

Quando un colpo va male e la arrestano, le viene proposto di collaborare con Doria, un ispettore disposto anche a usare i poteri degli stessi mesmeristi pur di cancellarli dal Regno d’Italia.
Deve infiltrarsi nella vita di Bastiano, uno degli uomini più ricchi di Livorno, per rubare un’arma che potrebbe alterare gli equilibri europei.

Bas, però, è un uomo molto diverso da quello che Lena immaginava e i sentimenti che inizierà a provare per lui metteranno a rischio la sua missione.

Cos’ho apprezzato

Lo stile

Sara Simoni scrive bene.
È impeccabile: fluida, precisa, senza inciampi.
Da un punto di vista puramente tecnico, è uno dei libri meglio scritti che abbia letto. Lo dico con sincera ammirazione, perché il suo testo è davvero pulito e si legge in un attimo, ogni scena fa quello che deve – mandare avanti la trama.

In un panorama in cui troppo spesso si confonde il “fiorito” con “buona scrittura”, trovare uno stile così asciutto e a fuoco è molto raro.

Il mesmerismo

L’idea alla base del potere di Lena è figa.
Sì, ci sono cose poco spiegate e poco chiare, ma il concetto regge: la necessità di avere un focus per attivare il potere, che lo limita anche, e il fatto che lei lo nasconda nel rossetto è una di quelle idee che mi ha fatto dire: geniale.

Doria

L’ispettore è l’unico personaggio davvero morally grey che ho trovato – sebbene anche Lena dovesse esserlo, ma ne parlo dopo – ed è anche il meglio riuscito. È ben caratterizzato ed è più riconoscibile e incisivo della maggior parte degli altri personaggi.
Insomma, ti resta in mente – anche più dei protagonisti.

Cosa non mi è piaciuto

Mi aspettavo un romantasy

Il marketing mi ha venduto un romantasy storico.
Io, da lettrice di romantasy, ho fatto l’errore di crederci e non è quello che ho avuto: questo è un fantasy con una sottotrama romantica, fine.

In un romance – fantasy o meno – la storia d’amore dev’essere indispensabile, reggere la trama.
Nella Mesmerista, questo non accade.

Prendiamo Terminator o centinaia di altri libri e film che non sono romance. La “storia d’amore” è una di quelle trame-B che servono a sviluppare la trama principale.
Va benissimo, è il suo mestiere, ma non sono dei romance.

Se mi vendi un romantasy, mi aspetto che senza la storia d’amore, la trama del libro non regga, invece quella della Mesmerista regge benissimo anche senza love story: se Lena e Bas fossero diventati amici, non sarebbe cambiato niente.
Dal mio punto di vista, la considero una fregatura bella e buona.

E mi aspettavo uno storico

Ok, siamo negli anni Venti. Lo so perché c’è il Regno d’Italia, vengono nominate due figure storiche in croce, e perché luoghi e date sono indicati all’inizio.

Livorno poteva essere una qualsiasi città portuale d’Italia, da Genova a Napoli, in un momento generico tra le due Guerre Mondiali. L’ambientazione è un fondale piatto, poco vivo. Per i miei gusti da lettrice, le descrizioni sono troppo risicate. Non mi basta la coordinata spazio-temporale riassunta con “Livorno, 1920” per farmi percepire che sto leggendo uno storico.

La love story sulla fiducia

Lena e Bas si innamorano. Ce lo dice la trama.

Ma perché?

Non lo so.
Onestamente, non ho percepito alcun investimento o vicinanza emotiva, chimica, momento che mi abbia fatto pensare: ok, adesso capisco perché si sono scelti.

E non sto parlando di spicy, eh. Parlo di emozioni – avessi cercato solo lo spicy, avrei letto Penelope Douglas.

La spicy che è stata inserita nella Mesmerista, invece, ha anche una funzione nello svolgimento di trama – cosa che apprezzo molto, perché le smut lanciate come riso sugli sposi anche basta – ma i legami emotivi?

A fine libro mi sono pure chiesta: “Ma Lena è davvero innamorata di Bas? E lui? A parte del fatto che è bellissima – che sembra essere l’unico punto di forza di Lena –, di cosa si è innamorato esattamente?”

Lena vorrebbe essere morally grey, ma non lo è

Lena viene presentata come una protagonista ambigua, costretta a compiere scelte difficili. Ma quello che leggiamo è più una ragazza che si dispiace per ogni cosa che fa, e si giustifica in continuazione.

Un vero morally grey agisce secondo il proprio tornaconto, consapevole delle alternative. Guidato dall’ambizione, si disinteressa al concetto di “giusto” o “sbagliato” e ragiona in termini machiavellici: “il fine giustifica i mezzi”. Sa di avere altre opzioni, magari più complesse e che mantengano intatto il senso etico e morale, ma decide di prendere la via più efficiente per inseguire il proprio scopo.

Qui, invece, c’è tanto vittimismo: sono costretta a fare la ladra perché non ho scelta, sono costretta a circuire Bas perché non ho scelta.

Allora non sei morally grey, sei una vittima degli eventi.

Sottotrame tagliate con l’accetta

Ci sono tantissime subplot a supporto della trama principale – il cugino Giulio, la sorella di Bas, la banda di ladri – e tutti sono palesemente inseriti per mandare avanti la storia.

Vero, nei libri ogni elemento deve avere una funzione, ma si cerca sempre di mascherare la cosa con un minimo di profondità, invece nella Mesmerista è tutto ridotto all’osso. Non c’è spazio per approfondire niente. I personaggi secondari sono dei cartonati sullo sfondo, alcune scene (sì, parlo della festa con la scenata di Giulio) arrivano come meteore: bam, succede questo.

Perché?
Boh.

Insomma, i personaggi secondari sono ombre che hanno lo scopo di direzionare la trama là dove deve andare. Non so se l’effetto sia stato causato dalla necessità di rimanere in un preciso page-count, ma è stato decisamente noioso da leggere – e ha avuto anche un altro spiacevole effetto: ho visto arrivare i colpi di scena a pagina 1.

Perché dovresti leggerlo

Perché è un fantasy italiano scritto bene, con un’idea originale alla base e un worldbuilding solido – che in un panorama generale internazionale di libri meh è comunque diversi gradini sopra la media.

Se ami le protagoniste in difficoltà (anche se non spietate), i complotti politici e i poteri nascosti, La Mesmerista ti intratterrà.

Ma attenzione: se cerchi una storia d’amore che ti spezzi in due, o ti aspetti un vero morally grey femminile, potresti rimanere delusa.

Entraci per la parte di intrigo e sistema magico, non per il romanticismo.

Conclusione

La Mesmerista è un buon libro. Sara Simoni sa scrivere, e questo già lo piazza due spanne sopra la media.
Ma a livello di marketing, secondo me, c’è stato un misunderstanding colossale.

Mi aspettavo un certo tipo di storia.
Ne ho avuta un’altra.
E va benissimo, eh. Ma il punto è: se vendi ostriche e mi servi vongole, è normale che storca il naso.

Se però sei nel mood per un fantasy con atmosfere italiane, un sistema magico intrigante e una protagonista che tenta di salvarsi come può, allora potrebbe valerne la pena.

Basta sapere cosa si sta ordinando dal menù.

Lascia un commento