«Lui chi è?» la guardò, appoggiata alla balaustra del belvedere, con lo sguardo perso nella vallata.
Lei diede un breve tiro alla sigaretta, le volute di fumo le si mescolavano ai lunghi capelli fulvi, in balia del vento e della notte. Il lampione, dietro la sua testa, le dava quell’aura quasi di santa, un’aureola gialla, come quelle dei mosaici bizantini. Lo guardò un secondo, con gli occhi gialli e penetranti: di gatta più che di cerbiatta. Aspirò intensamente, serrando le labbra rosa attorno alla sigaretta e tornando ad ignorarlo, affondata com’era nella sciarpa di lana nera, un bel contrasto col rosso dei capelli.
«Quando tutto sarà finito torneremo a camminare sulla stessa strada.»
10 risposte a “Rispondi”
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potrebbe essere un magnifico incipit per un racconto
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Grazie :3 chissà, magari scopro anche io come continua
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Eh si. Meriterebbe 🙂
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Dio santissimo, una volta ho sognato le stesse identiche cose.
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D: la cosa si fa inquietante. Perché l’ho sognato due notti prima di scriverlo.
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Eh ma se torni indietro nel blog ti renderai conto che alle spalle mi porto un’odissea onirica di tutto rispetto!
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Ho quasi paura D:
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La paura non esiste, dai.
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Dipende, e se trovo dei sogni che ho fatto anche io?
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A quel punto è ufficiale, mi suicido. Poche volte mi capita, ma quella volta che è successo me la porto ancora dietro.
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