Nel cimitero comunale di Imola, il Piratello, di fianco al loculo in cui quattro anni fa seppellimmo mio nonno, c’è una lapide grigia e sporca che un tempo doveva essere sorprendentemente bianca. Dovrebbe essere la numero 154 ma ormai il numero non esiste più.
Qui riposa
ERMELANDO CAVINA
di anni 23
il bombardamento del 7.7.1944
spense la sua giovinezza
unico sostegno ai genitori
cui ora conforto è solo il pianto
La scritta è incisa, un tempo doveva essere sottolineata in nero ma ormai il colore è colato a macchiare il marmo e la sua traccia rimane solo nel nome. Un tempo questo ragazzo, di anni 23, morto nel ’44, aveva anche un volto ma, ormai, la fotografia si è staccata lasciando la traccia ovale nel punto in cui un tempo era stata applicata. Il vasetto portafiori, in marmo anch’esso, è stato spezzato. Una frattura vecchia: è già presente la spessa e caratteristica patina di degrado marmoreo. Rimane solo il porta lume con il traforo a forma di croce.
Tutte le volte che vado a trovare mio nonno, raramente per altro, mi fermo di più di fronte alla sua lapide che di fronte a quella di nonno e mi chiedo sempre: “Da quanto tempo sei stato dimenticato? Da quanto tempo se ne sono andati i tuoi genitori? Possibile che non ci sia nessuno che ti dedichi un pensiero, mai, a te che te ne sei andato in maniera così infame, così inutile, sotto le bombe?” Cavoli, questo ragazzo è morto due anni prima del mio bisnonno Narciso e, nato in una data imprecisa del ’21, era più piccolo di mio nonno di 4 anni e mentre tu ti sei spento più giovane di me lui, nonostante la guerra, nonostante la sua presenza a Montecassino quel giorno, si è spento a 93 anni. Che destino infame. E’ il lampante esempio della frase che ho scelto per il grande tatuaggio che mi farò sulla schiena:
La vita è una questione di fortuna,
la morte è una questione di tempo.
Non gli portano i fiori nemmeno per i Morti, e dire che in quel periodo passano un po’ tutti dai cimiteri, pure le signore anziane che portano i fiori della carità alle tombe vuote. Anche loro si dimenticano di te. Non so se c’è un dopo, sono profondamente scettica in tal senso, ma se così fosse quanto puoi essere triste tu che, di là, guardi il “dolce mondo” e ti vedi completamente dimenticato da esso? Forse sono l’unica che, pur non avendoti mai conosciuto, ti dedica qualche pensiero.
E un fiore.
La prossima settimana ti porto un fiore.

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