Disclaimer: la scena è erotica, molto esplicita, quindi se non volete leggere chiudete subito (anche perché non so mettere la funzione “spoiler”).

Il rewriting è un esercizio che faccio spesso, la cui utilità approfondirò in un articolo dedicato, e che – ovviamente – non faccio solo per le scene spicy. Visto che mi sto concentrando su questo, sul mio profilo IG, pubblico per primo un esercizio su questo tipo di scena.

Vi lascio direttamente la scena che ho scelto, persa da Uncino di Emily McIntire, che fino a qualche giorno fa ero convinta fosse uno dei porno peggio scritti che avessi mai letto. Poi ho letto di peggio e ho sospirato forte.

Dopo la scena troverete quello che, secondo me, non funziona e su cui mi sono voluta concentrare nella riscrittura.

Contesto: James e Wendy sono al primo vero appuntamento, dopo una cena sullo yacht di Uncino, la tensione sessuale tra loro aumenta e si rompe con James che bacia Wendy.


Le sue labbra sono sorprendentemente morbide quando incontrano le mie – non che me ne lamenti.

Mi arrendo, sprofondando ancora di più nella sua presa, col suo braccio che mi avvolge la vita e mi stringe più forte mentre la sua mano mi cinge la guancia.

Il mio cuore spicca il volo con la dolce carezza di James, ma non molto dopo, come se il fuoco che sta lambendo le mie vene si riflettesse nelle sue azioni, il bacio diventa più intenso e la sua lingua forza la mia bocca ad aprirsi. Gemo quando sento il suo sapore e il mio stomaco fa una capriola per il modo in cui James mi sta consumando – completamente. Sento un’ondata di calore al centro del corpo che mi pulsa tra le cosce, e mi siedo a cavalcioni su di lui, in modo tale da appoggiare il mio sesso direttamente sul suo grembo.

Lo sento mugugnare quando mi appoggio di peso, e i suoi fianchi si spingono verso di me. Sussulto al movimento, le mie labbra si staccano da lui alla sensazione della durezza e dello spessore di James sotto di me. Ma lui mi riporta il viso verso il suo con una mano.
Spingo verso il basso, mi dondolo in avanti, e l’attrito della sua erezione lungo la mia fessura mi fa attraversare da un formicolio, mi si gonfia il clitoride e una scarica bagnata mi cola dalla vagina.

James sposta la mano dalla mia guancia e posa entrambi i palmi sui miei fianchi, guidando i miei movimenti mentre assumiamo un ritmo, e le sue labbra si allontanano dalle mie per spostarsi lungo il collo. Morde, succhia e bacia, e anche se sono sicura che stia lasciando qualche segno, non riesco proprio a curarmene, tanto sono persa nel modo in cui sembra che mi stia modellando per adattarmi perfettamente a ogni singolo pezzo del suo corpo.

“Hai un sapore molto migliore di quanto immaginassi”, mi mormora contro la pelle.
Getto la testa all’indietro per permettergli di avere un accesso migliore alla mia gola.

“Fammi un favore, cucciola.”

“Qu… qualsiasi cosa,”, balbetto.

“Strofinami quella piccola fica dolce addosso, finché non mi avrai sporcato tutti i pantaloni.”

Mi sfugge un gemito, sebbene le sue parole sconce mi facciano avvertire una scarica di imbarazzo. Mai nessuno mi si è rivolto a quel modo. Tuttavia c’è un’imperiosità talmente allettante nel suo tono – che si stende per avvolgere il mio corpo e mi spinge ad obbedire.
I miei umori stanno inzuppando il tessuto dei miei slip, mentre cerco il picco del mio piacere. Il suo pene pulsa sotto di me, diventando sempre più duro a ogni movimento dei fianchi. Il pensiero di essere io quella che gli sta facendo quell’effetto, di essere io quella che glielo fa diventare così duro, mi dà un’iniezione di fiducia, e raddoppio i miei sforzi, man mano che una sorta di calore mi avviluppa il basso ventre.

Il suo sguardo mi assorbe come una spugna, e chiudo gli occhi, pregustando il momento in cui lo avrò dentro di me. Mi si contrae il sesso, bramoso di essere riempito da qualcosa, sebbene non ci fosse nulla lì dentro nemmeno prima.

Si sporge in avanti, le sue labbra sfiorano il lato del mio collo e mi fanno venire la pelle d’oca su tutto il corpo. “Quando sei tutta sola nella tua stanza, come fai a venire?”

Riesco a malapena a concentrarmi sulle sue parole, tanto la mia mente è annebbiata dal piacere, ma capisco quello che mi sta chiedendo. E, per qualche ragione, me la sento di confidarglielo. Quindi, anziché parlare – cosa che non sono in grado di fare in questo momento – glielo mostro.

Stacco la sua mano dai miei fianchi e gliela rimetto sul mio collo. E poi faccio pressione sulle sue dita, perché voglio che stringa la morsa.

I suoi occhi scintillano, mi mette un braccio tutt’attorno alla vita e mi fa sbattere il corpo contro il suo. “Ti piace essere soffocata, tesoro?” Le sue dita serrano la presa in sincrono con una spinta dei fianchi. “Vuoi che ti stringa la gola finché non sei sull’orlo dell’oblio e vedi le stelle?” La pressione aumenta.

Gemo, i miei occhi roteano all’insù mentre la mia testa cade all’indietro. Il piacere scivola sulla mia pelle e scorre veloce nel mio flusso sanguigno. La verità è che, pur con tutta la mia inesperienza, ho degli impulsi. Di notte, quando sono nel mio letto, do sfogo alle mie fantasie all’ombra della luna. E c’è stato solo un modo in cui sono riuscita a raggiungere l’orgasmo: trattenendo il respiro finché non mi sono sentita i polmoni completamente bloccati e la mente oscurata.

Forse è stupido da parte mia permettere a quest’estraneo di controllare qualcosa di così vitale come l’aria che respiro, ma per qualche ragione mi fido di lui.

“Per piacere.” Impongo a quelle parole di lasciare la mia bocca.

Ci ribalta, il mio corpo è malleabile e volenteroso sotto di lui, mentre mi adagia sulla panca imbottita. La sua sagoma incombe su di me come un pericolo in forma umana, i suoi occhi si suriscono mentre applica la perfetta quantità di pressione sulla mia trachea. L’altra mano scivola lungo il mio corpo, facendo scattare delle scintille nelle mie viscere, il suo tocco è come benzina sul fuoco nelle mie vene. Fa scorrere il palmo lungo l’orlo della mia gonna, prima di infilarlo sotto e di sfiorare coi polpastrelli il bordo dei miei slip fradici. I miei fianchi spingono contro la sua mano, nel disperato tentativo di sentirlo toccare la mia pelle.

La sua morsa sul mio collo si stringe nello stesso momento in cui scivola sotto la cucitura delle mutandine. “Così bagnata per me”, mormora, tirando fuori le dita prima di spalmarmi la mia eccitazione sulle labbra.

Il mio cuore sussulta, il mio stomaco si contrae così forte che potrebbe andare in frantumi da un momento all’altro.

“Una tentazione così deliziosa.” Lecca i miei succhi direttamente dalla mia bocca.

Mi tremano le gambe.

E poi la sua mano torna di nuovo sulla mia vagina, due dita mi divaricano e scivolano dentro senza alcuno sforzo, tanto sono zuppa. Trasalisco e inarco la schiena per l’invasione.
Il suo viso è ancora vicino al mio, la sua bocca mi sta dando dei baci lungo la mascella. “Com’è stretta. Qualcuno ti ha mai toccata qui?”

“Non so se voglia sentirsi dire di no, ma il pensiero che lui presuma che io sia un fiore incontaminato senza alcuna esperienza è così poco allettante che non ce la faccio proprio a mentire. “Sì”, sibilo con voce roca.

I suoi occhi si fanno ancora più scuri, le sue dita si contraggono attorno alla mia trachea. Il suo respiro soffia sul mio orecchio e sul mio collo, facendomi correre un brivido lungo la spina dorsale. “Nessuno potrà mai più toccarti qui.” Le sue dita pompano dentro e fuori mentre il suo pollice ruota lentamente contro il mio clitoride gonfio. “Sono un uomo molto possessivo, Wendy. E ti voglio tutta per me.”

Le sue parole dovrebbero farmi scattare dei campanelli d’allarme, e invece non fanno altro che alimentare le fiamme della passione, il cui fumo fluttua con le sue volute intorno a me e mi rende difficile respirare.

O forse è la sua mano che sta pian piano aumentando la pressione sul mio collo.

Prendo una boccata d’aria, la più profonda che posso sotto la sua morsa di ferro, e sento che rischierei di morire se non riuscissi a raggiungere l’orgasmo. Mi gira tutta la testa mentre i polmoni implorano aria, la mia mente mi supplica di aggrapparmi a James con le unghie e tentare di alleviare la pressione. La mia mano scatta verso l’alto, le mie dita gli scavano nel polso, le vene del suo avambraccio si tendono contro il mio palmo. Il mio sesso si contrae.
La sua presa sulla mia gola si fa ancora più stretta, mentre la pressione nel mio clitoride prende a pulsare, diffondendo una sensazione di formicolio attraverso tutto il mio corpo. Mi monta un bruciore nel petto, prima di irradiarsi verso l’esterno, e l’oscurità circonda il mio campo visivo. E poi esplodo, la mia bocca si spalanca in un urlo silenzioso, le mie pareti interne si contraggono ritmicamente attorno alle sue dita, come se volessero risucchiarlo e non lasciarlo mai più andare. La sua morsa si allenta all’istante, trasformandosi in carezze dolci e rassicuranti, mentre io faccio dei respiri affannosi e il mio petto ansima contro il suo.

“Che brava ragazza,” mi lusinga.

La soddisfazione scorre nelle mie vene e si insinua nel mio petto – è una sensazione calda, soave e tutto il resto che c’è di buono. James si sposta e solleva il mio corpo in modo da farsi spazio dietro di me, e io mi rannicchio su di lui, mentre mi accarezza i capelli con la sua grande mano e mi sussurra parole di elogio.

Non provo nemmeno a parlare, non provo a pensare troppo a quello che ho appena lasciato accadere. Mi sta trattando come una specie di animaletto domestico di cui va fiero – o meglio, è così che mi fa sentire quando lo fa. Chiudo solo gli occhi e lascio che questo momento sia ciò che è.

E, quando mi risveglio, non sono più sul ponte, e sono tutta sola.

Il primo problema che mi ha dato questa scena è che: non è eccitante.

Questo libro è un dark romance porno, essere eccitante dovrebbe essere in assoluto la primissima cosa che deve fare la scena. E non lo è. Troppa anatomia medica. Ci sono poche cose meno eccitanti del leggere il resoconto di un ginecologo.

I dialoghi sono a dir poco cringe – per rimanere in personaggio non ho potuto farci molto, e non è che parlassero dei massimi sistemi, ma ho provato a ridurre un pochino il grado di cringitudine.

Per il resto le altre cose che dovrebbero esserci, ci sono: Wendy ha un kink per il soffocamento, un kink molto profondo, visto che riesce a venire solo sull’orlo dello strangolamento; è vergine, ma non intoccata; si fida di Uncino senza nemmeno sapere perché; scopre che le piace il pet-play. Stacce.

Ultimo, gravissimo, problema: il finale. Dopo una roba del genere, a meno che non sia stata tiepida, noiosa, e poco interessante (come in effetti è stata, anche se secondo l’autrice doveva essere travolgente), un uomo non si ferma. Non esiste che uno ti prepari a puntino, poi ti lasci dormire.

Che cambio scena idiota è? L’erotico è pieno di ‘ste donne che dopo il primo orgasmo non riescono più a tenere gli occhi aperti. Io… vorrei avere parole, ma non le ho. Ho solo un: ‘mi dispiace’, in canna.

Vi lascio il mio rewriting, nella speranza che abbiate caldo, o almeno molto più caldo di prima. Considerate che è una bozza scritta e pubblicata, non editata, e controllata in modo molto sommario, quindi potrebbero esserci un sacco di errori e pochi sinonimi, ma mi interessava altro e non la perfezione.


Le labbra di James incontrano le mie; sono morbide, in contrasto con la barba leggera che mi graffia la pelle. Lento, muove la bocca contro di me, mi assapora. Mi arrendo alla sua stretta, lui rafforza la presa del braccio con cui mi cinge la vita e mi ghermisce il fianco. La sua mano sulla guancia è calda e ruvida per via dei calli, mi accarezza. Il cuore accelera e una vampata di calore m’incendia le guance.

Mi adatto al ritmo lento del suo bacio e mi stringo al suo petto ampio, i muscoli sodi sotto la stoffa leggera della camicia. La punta della sua lingua umida mi sfiora le labbra, e una scarica elettrica mi percorre da capo a piedi; James ha il sapore frizzante dello champagne che abbiamo bevuto prima.

La sua bocca si fa più famelica, la lingua di James si fa strada tra le mie labbra, mi esplora la bocca e la mia femminilità pulsa tra le cosce strette; le sfrego tra loro in cerca di sollievo, ma non basta. Ho bisogno di sentirlo contro di me.

Succube della voglia che ho di lui, gli salgo sopra a cavalcioni, il suo labbro stretto tra i denti e il fiato corto. La sua erezione è dura, pulsa intrappolata sotto la stoffa ruvida dei pantaloni e io mi ci sfrego contro, ondeggio su di lui e immergo le mani nei suoi capelli neri, tiro i ricci morbidi che mi scivolano tra le dita.

James emette un mugugno roco che mi risuona in bocca, spinge i fianchi contro i miei per mantenere il ritmo che gli ho imposto e un incendio mi divampa tra le gambe. La durezza del suo sesso preme contro il mio, è la conferma di quanto mi desidera. Ho il potere di accontentarlo o fuggire il suo tocco, sta solo a me. Gonfio il petto e mi struscio su di lui come una gatta, voglio sentire la stretta decisa delle sue mani sui miei fianchi nudi.

Mi allontano quel tanto che basta per riprendere fiato e lui si sfrega lento contro le mie mutandine fradice, un gemito mi sfugge dalle labbra. James mi blocca la nuca e torna ad avventarsi su di me, la mano rovente che mi percorre la schiena oltre la stoffa sottile dell’abito.

La sua carezza mi percorre tutta, indugia sui miei fianchi, li stringe e scende lungo le cosce, con uno strattone mi avvicina ancora di più. Le labbra di James si spostano lungo il mio mento; la sua lingua traccia il profilo della mia mandibola e scende lungo il mio collo. Brividi caldi mi si conficcano tra le cosce, la stoffa bagnata degli slip sfrega contro il centro del mio piacere e lo addensa in una massa pulsante.

I denti di James affondano nell’incavo del mio collo; ribalto il capo indietro e gemo, tremo per lui, per i morsi che alterna a lente lappate e baci leggeri, per il modo in cui le sue dita affondano nella carne del mio fianco e il suo sesso sfrega contro il mio.

«La tua pelle ha un sapore migliore di quanto immaginassi», la sua voce è una carezza, rabbrividisco al soffio del suo respiro contro la pelle umida. «Muoio dalla voglia di scoprire quanto è dolce la tua fica», di scatto spinge in fianchi contro i miei e mi tiene ferma a godere di quella frizione lenta e calcolata, una scarica di piacere mi risale la schiena e torna a conficcarsi tra le mie cosce.

Il calore su collo e guance aumenta insieme al ritmo del mio cuore; nessuno mi si era mai rivolto in questo modo, ma la tacita promessa nelle sue parole mi mozza il fiato. Lo farà e riesco già a immaginare il calore della sua lingua tra le mie gambe.

«Voglio sentire come gemi quando vieni», la voce di James è un gorgoglio basso, se continuiamo così lo accontenterò presto. Aumento il ritmo con cui mi sfrego contro di lui, il basso ventre scosso da piccoli crampi, ma James mi morde il collo e mi sussurra contro la pelle: «Fammi vedere come vieni quando sei tutta sola nella tua stanza».

Avvampo e rallento, non ho mai rivelato a nessuno qual è l’unico modo in cui sia mai riuscita a raggiungere l’orgasmo. Una luce brilla in fondo ai suoi occhi blu, mi scruta attraverso le ciglia nere; non ho alcuna ragione di fidarmi di lui, ma lo faccio, voglio accontentare il suo desiderio. Deglutisco a vuoto e gli afferro un polso, lui si lascia guidare.

Accompagno la sua mano attorno al mio collo, è molto più grande della mia, molto più forte. Potrebbe strangolarmi davvero e, se decidesse di farlo, non avrei scampo. Il battito impazzito del mio cuore mi risuona nei timpani. un’altra ondata di piacere fa pulsare il centro della mia femminilità.

Faccio pressione con le dita sulle sue, voglio sentirla: la sua stretta sul mio collo che mi impedisce di respirare.

James ghigna e allarga gli occhi, i suoi occhi emettono un brillio malizioso e con uno scatto mi disarciona. Le mie spalle affondano nella seduta morbida del divanetto, James è sopra di me, come un predatore, la mano attorno alla gola e le labbra che mi sfiorano il lobo; un brivido mi corre lungo la schiena: «Ti piace essere soffocata?» mi lecca l’orecchio in una lenta lappata, tremo e mi contraggo dal bisogno di sentirlo dentro di me, di sentire le dita che stringono e l’aria che non mi arriva più ai polmoni. «È questo che vuoi?»

«Ti prego…»

Le sue dita si stringono in una morsa, mi impediscono di respirare e il fuoco che ho tra le gambe divampa. Gemo e ribalto indietro il capo, l’erezione di James preme e sfrega contro di me, contro la barriera sottile che mi separa da lui, ad ogni contatto calde onde di piacere mi scuotono.

James si scosta, allenta la presa; il piacere scema e mugugno un verso di protesta, ma la sua mano mi percorre il corpo e mi tendo sotto il suo tocco. Mi accarezza la coscia nuda, le labbra a pochi centimetri dalle mie e i nostri ansiti che si fondono. James risale lento fino all’orlo della gonna e più su, verso la natica, si sposta e le sue dita sfiorano il bordo delle mie mutandine.

Esala un sussurro roco contro le mie labbra: «Sei già così bagnata… per me», le sue dita s’intrufolano sotto l’elastico e la sua presa attorno al mio collo si stringe. Gemo e m’inarco, le su dita mi esplorano e il basso ventre mi si contrae con spasmi decisi al bisogno di far cessare quella tortura e sentirlo dentro di me.

James sorride e ritrae le dita, gioca con me come il gatto col topo e io non faccio altro che contorcermi sotto di lui nella speranza che mi dia finalmente sollievo. Senza alcuna delicatezza, James allenta la presa e mi ficca le dita in bocca, il mio sapore dolciastro mi danza sulla punta della lingua. Lui mi lecca le labbra, le succhia e mi mugola contro: «Sei così dolce, Wendy…»

Tuffa una mano tra le mie gambe e con uno strattone mi scosta le mutandine, tremo e annaspo nella sua stretta, le sue dita mi scivolano dentro e mi strappano un lungo gemito. Lui le muove, lento, e mi contraggo attorno a lui con le gambe che tremano e il fiato spezzato dal modo in cui mi soffoca.

«Sei così stretta… sei mai stata toccata da qualcuno, qui?»

Forse vorrebbe sentirsi dire ‘no’, ma anche se sono vergine ho fatto le mie esperienze, sarebbe una bugia.

«Sì», sussurro.

Un muscolo guizza sulla mascella di James, i suoi occhi si fanno cupi sotto le sopracciglia aggrottate e lui affonda le dita dentro di me con uno scatto deciso del polso. Stringe la presa sulla mia trachea, il refolo d’aria che ancora raggiungeva i polmoni cessa e il cuore prende a battermi così forte da sbattere contro la cassa toracica. Tremo e spingo i fianchi contro la sua mano, con la punta delle dita sfrega un punto, a fondo dentro di me, che mi fa girare la testa.

«Sono un uomo molto possessivo, nessun altro potrà mai più toccarti qui, Wendy.»

Le sue parole sono pericolose: sono sua. Mi agito e contraggo attorno alle sue dita, muovo le labbra in un silenzioso ‘sì’, sono sua. Mi si oscura la vista e piccole luci bianche danzano ai bordi della mia visuale. Il pollice di James scivola tra le mie pieghe bagnate, raggiunge il mio clitoride e lo tortura con cerchi decisi che seguono il ritmo delle sue dita, sempre più veloci dentro di me.

Il sangue è fuoco liquido che mi corre nelle vene, annaspo con la testa che gira; fluttuo in un mare di densa oscurità, col piacere che si addensa attorno alle dita di James. La pressione del suo pollice aumenta, mi fa barcollare sul filo dell’orgasmo e io gli vado incontro coi fianchi perché aumenti il ritmo, i polmoni in fiamme. Morirò se non mi lascia venire.

La tensione nel mio basso ventre si spezza, il piacere tracima come acqua in un bicchiere troppo pieno e ci affogo dentro; m’inarco sotto il corpo solido di James, lascio sfuggire un lungo gemito profondo, soffocato dalla sua stretta e dalle sue dita che continuano a scavarmi dentro, a farmi impazzire.

La pressione della sua mano sulla mia trachea svanisce, l’aria mi rientra improvvisa nei polmoni; il piacere si ritira, continuo a contrarmi attorno alle dita di James in piccoli spasmi involontari che mi riempiono di brividi, i suoi occhi blu occupano tutto il mio campo visivo.

James mi sorride, si china su di me e mi lascia un lieve bacio, la sua mano scivola via dal mio collo: «Sei stata molto brava, Wendy. Molto brava», lo sussurra come se fossi il suo animaletto domestico e io sorrido, ancora intontita dall’orgasmo, e mi crogiolo nell’eco di quel ‘molto brava’.

James si solleva su di me, un sorriso gli increspa un angolo della bocca. Il suo sguardo rapace percorre tutto il mio corpo, scende alla gonna sollevata sui fianchi, alle mie gambe aperte, alla mia femminilità madida scoperta dagli slip che ha scostato, e torna a fissarsi nei miei occhi.

Affondo ancora di più nel divanetto e lui si slaccia il primo bottone dei pantaloni.

Come vedete ho cambiato il “finale”.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, lasciatemi un commento a caldo (o a caldissimo), nella sezione commenti!

2 risposte a “Rewriting – Uncino di Emily McIntire”

  1. Personalmente queste descrizioni più porno che erotiche, sottolineano un certo aspetto molto carnale che, nel mio caso, non mi attraggono più di tanto. Mentre una descrizione erotica la trovo molto più eccitante.
    Anche se può essere visto come un romanzo soft sull’erotismo, hai letto la Romana di Alberto Moravia ? Per me le descrizioni erotiche-soft di tale romanzo, sono molto più coinvolgenti.
    Ma siamo su piani e argomenti diversi.
    Ciao.

    1. Eh, sì, il libro in questione fa parte della letteratura porno dedicata alle donne, le descrizioni sono molto esplicite e crude. Per me mancava il fattore “desiderio”, ma nel rewriting mi sono attenuta alle linee guida del genere di riferimento; per l’erotismo serve tutt’altro tipo di scrittura.
      Non l’ho mai letto, ma grazie del suggerimento. È finito immediatamente nella lista di lettura!

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