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Davvero, non è facile attirarsi le mie ire. Però un sacco di gente ci sta riuscendo, anzi, esattamente ci è appena riuscita. Già mi sembra di essere sufficientemente sfigata, se vogliamo dirla tutta sono anche un po’ troppo sfigata, sinceramente non ho bisogno di cinni* di merda che vengano a sparare sentenze a cazzo di
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Queste settimane sono state qualcosa di infernale: letteralmente. Come il Conte Ugolono della Gherardesca vorrei rodere il capo a quasi tutti quelli che mi sono ritrovata di fronte questa settimana, anche se, verosimilmente, mi ritroverei assieme a Filippo Argenti, con gli iracondi, poiché ancora l’Antenora non me la merito. Ma partiamo dall’inizio… Attendevo una missiva
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Nel cimitero comunale di Imola, il Piratello, di fianco al loculo in cui quattro anni fa seppellimmo mio nonno, c’è una lapide grigia e sporca che un tempo doveva essere sorprendentemente bianca. Dovrebbe essere la numero 154 ma ormai il numero non esiste più. Qui riposaERMELANDO CAVINAdi anni 23il bombardamento del 7.7.1944spense la sua giovinezzaunico
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Ho passato la scorsa settimana a piangere ed ingozzarmi, senza sapermi dare una ragione del perché, una ragione valida intendo. Poi mi è venuta in mente, cioè si è proprio palesata dicendomi anche “non posso crederci che tu te ne fossi dimenticata!”. Allora oggi, per coerenza(?), ho deciso di fare le pulizie in camera mia,
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10 Agosto 1999 E’ la notte di San Lorenzo, la festa delle stelle cadenti, la festa del patrono di quel piccolo villaggetto greco, incastrato non si sa perché sulla costa dell’Adriatico tra Cattolica e Riccione, una frazione di Misano Adriatico. Davanti alla chiesa bassa e bianca, dai contorni morbidi ed i muri spessi, con i
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★★★ Tra le mura del Vaticano ormai non è più un segreto: il Papa è in fin di vita. In Curia l’inquietudine sale, perché il conclave imminente si prospetta come un vero e proprio scontro di civiltà. Sul trono di Pietro potrebbe salire il palestinese Gabriel Sader oppure Thomas Simpson, il gesuita appoggiato dai cardinali
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Ho dovuto pensarci bene a questo post, ci ho pensato due giorni, indecisa tra il dedicarti il mio tempo e scrivere di te oppure ignorarti e basta. E invece no, perché di tempo, nella mia testa, ne occupi un sacco, ne occupi troppo ed io di tempo per te non ne ho e non ne
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Sono in Piazza Navona, il sole splende su Roma e fa un caldo assurdo per essere gennaio, motivo per il quale giro con il cappotto slacciato e il berrettino di lana infilato nella borsa. Sono lì che passeggio e mi dirigo verso Piazza del popolo, per andare a vedere l’obelisco. C’è una quantità di gente
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Sono, quanto, due anni che io e te non ci rivolgiamo la parola? Che quando ci vediamo in un locale o a una festa io mi irrigidisco e lo scambio di sguardi è una roba tipo: Dove io sono il lemure. Ecco, due anni che non ci parliamo. Due anni sono un lungo silenzio stampa.
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Piove piano. Clac. Faccio scattare l’ombrello arancione evidenziatore. Ravenna ha sempre questa orrenda abitudine dell’essere scossa dal vento, o almeno lo fa quando ci vado io. Mi volto verso il solito albero sotto il quale c’è sempre la solita coppietta che amoreggia. Mi da quasi allegria quando la vedo. Oggi no. Vedo lei, di spalle,
