• ★ Questo libro è torbido, arido, morboso, surreale e grottesco. Per la storia che racconta è straordinariamente vuoto ed apatico. Non ho apprezzato nulla di questo libro perché non mi ha lasciato nulla. Non ne ho apprezzato la trama: questi quattro ragazzini che devono fare fronte alla tragedia di essere rimasti orfani, abbandonati a loro

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    «Lui chi è?» la guardò, appoggiata alla balaustra del belvedere, con lo sguardo perso nella vallata. Lei diede un breve tiro alla sigaretta, le volute di fumo le si mescolavano ai lunghi capelli fulvi, in balia del vento e della notte. Il lampione, dietro la sua testa, le dava quell’aura quasi di santa, un’aureola gialla,

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  • Situazione tragicomica. Fine del laboratorio teatrale. Gli attori non fumano, quindi siamo tutti fuori dalla porta del teatrino dell’ospedale a fumare sigarette come se non ci fosse un domani, o noi non avessimo davvero dei pomoni. A voi la scelta. Il tempo fa schifo: è umido, freddo, c’è una nebbia di quelle che fai cinque

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  • E’ che inizia tutto in momenti random, è quello che ti frega. Mi trovo lì, dopo una giornata di studio intenso passato nella penombra della biblioteca, dove il ragazzo carino con cui studio era in un’altra stanza e non avevo quella familiare sensazione di supporto morale derivata dagli sbuffi comunitari, io su Dante, lui su

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  • Teoria vorrebbe che, raggiunta l’età adulta, dopo un lungo periodo di prova nel coordinamento occhio-mano ed occhio-piede, una persona, mentre cammina, mantenga lo sguardo rivolto verso l’orizzonte, poiché il cervello dovrebbe ricordarsi degli eventuali ostacoli intravisti, nel  momento in cui il piede dovrebbe scavalcarli/evitarli, a distanza di un breve lasso di tempo. Questo nella teoria.

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  • 525 a.C. – Menfi – stanze private di Cambise II «Re dei Re, giungono notizie da Tebe.» il funzionario, prostrato a terra, parla con le regali piastrelle di palazzo, mentre il Re dei Re si ingozza di prugne caramellate. Cambise II muove scocciato una mano, facendogli cenno di proseguire. Il funzionario, con gli occhi attaccati

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  • Aita!

    Ah, ingrati! Miserere di me, vi prego con voce flebile, quasi un sussurro strozzato. Ma voi no, ingrati, m’assediate e m’assillate. Miserere, codesto lamento perpetuo che continuo imperterrita a proferire, di notte in notte, miserere. Vi ho tanto amato, ed in questo insensato sentimento per voi continuo ad affogare. Vi ho tanto curato, seppur il

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  • Stamane avrei dovuto sostenere un esame infernale, per due stramaledettissimi motivi: 1) l’esame è “Letteratura Italiana” con approfondimento sulla Divina Commedia, precisamente Inferno; 2) è l’unico obbligatorio del primo anno (si, ancora del primo e sono all’ultimo), 6, dico 6, miseri cfu che, essendo abituata a sfornare opere da 12 cfu alla volta, in almeno

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  • “Sto dicendo” disse, “che sei di quelle che confondono il cazzo con l’equinozio” ★★★★★ Erano le ultime cose che rimanevano di un passato il cui annichilamento non si consumava, perché continuava ad annichilarsi indefinitivamente, consumandosi dentro di sé stesso, terminandosi in ogni minuto ma senza terminare di terminarsi mai. Questo capolavoro, che si dipana tra

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  • Poi sul gruppo della tua facoltà, una ragazza, per goliardia, condivide questa cosa: http://www.lastampa.it/2014/01/14/multimedia/cultura/i-classici-dellarte-si-animano-con-la-magia-del-digitale-7V7Zf98gaXjgwNthM8QebP/pagina.html Io, lo ammetto, lo odio. E’ quel tipo di manipolazione grafica che mi da i brividi, non tanto per i quadri, quanto per il motore grafico e per l’effetto assurdo. Poi appare un figuro strano che definisce la cosa come “pattume”

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